E se un giorno tornasse…
“Finchè il giorno splendea, tessea la tela/superba, e poi la distessea la notte”
(Canto secondo pag. 90 e seguenti. Odissea)
Penelope, moglie di Ulisse, re d’Itaca, nell’attesa che il marito tornasse dalla guerra di Troia per mettere a tacere i corteggiatori inventò lo stratagemma della tela. Penelope disse ai pretendenti che non avrebbe scelto nessuno di loro fino a che non avesse terminato la tela a cui stava lavorando. E così la notte scuciva quel poco che aveva tessuto di giorno e non terminò mai la tela.
Ho scelto di introdurre questo articolo con uno stralcio della storia della “Tela di Penelope” narrata nell’Odissea per indicare come spesso l’attesa del ritorno del proprio amante, fidanzato o compagno sia davvero interminabile e si rischia di passare molto tempo in una attesa vana anche se nel caso di Penelope è andata a buon fine(dopo vent anni di attesa!) non è così nella maggior parte dei casi. Frasi del tipo “Lascerà finalmente la moglie e tornerà da me!” oppure “Capirà di aver sbagliato e tornerà da me!” oppure “Non può stare senza di me, mi ama troppo, tornerà sicuramente!” sono solo alcuni esempi di espressioni usate da chi è stato lasciato e non si dà pace. Riporto la testimonianza di due lettrici che lasciate dal ragazzo scrivono:
”Mi manca come l’aria, senza di lui niente ha più senso, sono distrutta, prego ogni giorno e ogni notte che ritorni da me e che mi dica che la lontananza da me gli ha fatto capire di aver fatto un errore a lasciarmi…Mi sento in frantumi.”
“Dolore e disperazione mi tormentano. sono stata lasciata dopo 3 anni di una storia intensa e passionale,mi ha addossato la colpa dicendo che non ci sono stata quando lui aveva bisogno di me, che è stata colpa mia se la storia è finita, che pensavo solo a me stessa e non a lui…sono a pezzi, lo cerco e non mi risponde al telefono nè su facebook…sento un vuoto incolmabile”.
Quando si ama ci si fonde con l’altro, soprattutto nella fase iniziale del rapporto, il partner occupa una posizione centrale nel nostro cuore e nella nostra mente. Quando l’altro ci lascia, si sente un dolore lacerante ed un vuoto poco descrivibile con le parole. Succede che proprio nell’assenza dell’altro questi diventi ancora più presente nella nostra vita sotto forma di pensieri ricorrenti, flashbacks di momenti vissuti insieme, si sperimenta quello che il dr. Francesetti definisce “presenza nell’assenza”. Quando ci si separa da una persona importante è un pò come se si perdesse anche una parte di se stessi ed il tempo è una medicina essenziale per superare il dolore. Le fasi sono le stesse della elaborazione del lutto che può durare qualche mese o più, non c’è un tempo stabilito proprio come ogni storia d’amore è unica così lo è il tempo che serve per elaborare la separazione dalla persona amata. A volte l’attesa di un ritorno fa parte del percorso di elaborazione ma l’importante è continuare ad andare avanti con la propria vita e non perdersi nell’attesa di un ritorno che non si sa se avverrà mai o quando proprio come non si sa se avverà mai la fine della tela di Penelope.
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