Ansia da lavoro: quando l’ufficio è un inferno

Ecco di seguito l’articolo scritto da Maddalena De Bernardi e pubblicato su starbene.it

Il luogo di lavoro può trasformarsi in una trappola soffocante, con il rischio di malesseri a livello fisico e psicologico. Abbiamo chiesto alla dott.ssa Rossella Chiusolo, psicologa clinica e psicoterapeuta, le strategie da adottare per migliorare i rapporti con i colleghi e gestire una comunicazione efficace, in grado di esprimere i nostri bisogni. Il segreto? Usa l’empatia.

Come è possibile gestire in maniera strategica le tensioni che inevitabilmente possono crearsi sul lavoro?

«L’ambiente lavorativo, una parte integrante del nostro quotidiano, non fa altro che rispecchiare anche i ritmi che abbiamo oggi: non a caso si sente parlare sempre spesso di più di stress e problemi legati all’ansia. Tutto questo è strettamente connesso al fatto che anche sul lavoro di frequente si tende a primeggiare, più che collaborare con gli altri. La prima strategia per poter vivere meglio il posto di lavoro è entrare in una dinamica di gruppo, piuttosto che concentrarsi soltanto sul successo. Creare legami con i colleghi è importante, così come appare fondamentale ascoltare il punto di vista altrui e essere disposti a mettersi in discussione».

Quali sono i segnali che parlano di un disagio profondo?

«I segnali provengono innanzitutto dal nostro corpo. In genere i primi sintomi vedono cali del rendimento a livello lavorativo, difficoltà di concentrarsi oppure, molto di frequente, la gastrite, che costituisce uno fra i disagi psicosomatici più immediati. Ascoltare i segnali provenienti dal corpo è la prima cosa da fare: quando ci sono delle tensioni particolari la prima parte che ne risente è il corpo, poi si arriva a razionalizzare e capire cos’è successo. Continuità nel tempo e sistematicità di alcuni atteggiamenti negativi o comunque ostili nei nostri confronti, ad esempio da parte del capo o dei colleghi, segnalano una problematica importante: può succedere a tutti di avere una giornata un po’ negativa, ma il problema subentra quando la situazione diventa sistematica e non si parla più di un episodio isolato».

Chi ha una bassa autostima come può affrontare la situazione senza cadere vittima?

«Solitamente chi ha problemi di autostima ha difficoltà a dire di no e mettere dei confini tra sé e l’altro: purtroppo in genere diventa vittima anche di se stesso, oltre che del capo o dei colleghi. È importante iniziare ad assumersi la responsabilità delle proprie idee ed esprimerle. Anche in questo caso il gruppo è fondamentale, nel senso che, confrontarsi con gli altri e condividere il malessere aiuta a far comprendere che il problema non è solo nostro e che non siamo soli».

Cosa accade quando i colleghi sono parte del problema?

«Quando la situazione è grave e appare senza via d’uscita occorre rivolgersi a un ente competente, nel caso del lavoro un sindacato, per esempio, o in ogni caso un aiuto esterno in grado di dare una visione più ampia. Anche per questo, soprattutto per chi lavora in azienda, è bene richiedere al datore di lavoro corsi di formazione, oggi obbligatori per legge: essi costituiscono un aiuto per il lavoratore e sono utili per imparare a comunicare, stare insieme agli altri, fare gruppo, nonché segnalare le eventuali situazioni negative o fonte di stress».

Che cosa aiuta una buona comunicazione?

«È importante costruire clima giocoso. Utilizzare anche con i colleghi un linguaggio connotato a livello affettivo, cercare un contatto fisico, per esempio un abbraccio e mantenere un atteggiamento di tipo ironico costituiscono comportamenti in grado di stemperare la tensione che inevitabilmente si crea nell’ambiente di lavoro. Dove fanno la loro comparsa lo scherzo e l’ironia, insieme all’autoironia, il clima è più rilassato».

Qual è un buon confine che è giusto creare tra sé e l’ambiente lavorativo?

«Non è necessario raccontare la propria vita a tutti quanti, ma essere disponibili al contatto senza dimenticare il buon senso. Scherzare senza entrare troppo nel personale aiuta a mantenere un clima sereno senza che l’altro invada la nostra intimità, che è ugualmente importante da preservare. Insieme all’ironia, la capacità di scherzare e evitare di prendere tutto sul serio aiutano a creare un clima favorevole. Trascorriamo molto tempo insieme ai colleghi: qualche volta le condizioni possono non essere le più favorevoli,  ma spesso meditare sull’atteggiamento con cui affrontiamo la vita rimane la possibilità di crescita più importante».

 

 

 

 

 

 

 

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